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08/05/13

Filadelfo Cusumano [fine]

Ora  avvocato lo so che voi state ridendo che non è possibile che uno cunta la storia di quando era nico e andò a sbattere contro un ramo e dice che è importante, ma io sono serio che punto uno non lo so se è vero che tutto quello fu colpa dell’albero e punto due da quel giorno cambiò la mia vita.

Io me ne accorsi solo per caso di questa cosa che poi ci vosi tempo per capirlo davvero.

Il fatto è che quando ci diceva a lei nella mia testa succedeva qualche cosa che io lo sapevo cosa sarebbe successo dopo. Fu così che un paio di giorni dopo quando al mio compagno di classe Ignazio ci arrubbano le figurine e lui si lamentò con me io nella mia testa visti la maestra trovarle nella tasca del grembiule di Ciccio,  il figlio del farmacista,  e questo fatto però avvenne solo a fine giornata che io non potevo saperlo prima. E anche quando Sara se ne andò a studiare a Giarre io lo vidi nascere quel bambino che ci sarebbe cresciuto nella panza e che non era mio anche se poi me la maritai lo stesso a quell’angelo. Oppure quando stavo per partire per l’Africa che la nave era pronta a Palermo io lo visti la fine che faceva arrivata nell’oceano e arristai a casa e mi misi a chianciri che lo sapevo che nessuno mi avrebbe creduto.

Insomma avvocato io mi sono trovato a sapere tante cose e tante volte queste cose non le ho mai potuto dire e altre invece mi sono servite nella vita che a scangiare il bene con il male ci vuole picca se la verità non la si conosce. E anche ora avvocato io ci voglio dire che quel mischino che lei ha fatto condannare io lo so che non l’aveva ammazzata lui a sua moglie. Quello purazzo si era solo innamorato che anche lei ci voleva bene e si erano iniziati a vedere senza fare male a nessuno. Neanche a lei e ai suoi intrallazzi che a loro non ce ne fotteva niente di soldi e di potere. Solo che lei avvocato quando lo ha scoperto non ci poteva passare sopra che gli amici allora non lo avrebbero più preso sul serio. Che dire? Accussì certe volte vanno le cose della vita solo che io lo so, l’ho saputo quando visti la mischinazza, prima di moriri, chianciri a casa di mia moglie Sara che lei, mia moglie, ci faceva le suvvizze e l’aiutava alla sua signora.

Ecco ora che sono morto e che lei lo ha letto questo foglio io ci vulissi dire che quel dolore che sente al petto è il cuore e che tra poco ci conosceremo meglio, ma forse questo non glielo dico che poi lei ci potrebbe anche credere e magari si scanta.  La saluto, saluto tutti.

In fede,

Cusumano Filadelfo di fu Cirino 

5 commenti:

  1. Allora. Piaciuto, mi è piaciuto, e molto anche, ma se posso dirlo ho trovato il 4° capitoletto troppo frettoloso, come se sul finale avessi perso un po' del piacere di scriverlo :-)

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  2. Probabilmente perchè lì non sapevo ancora quali potessero essere le conseguenze di quella inaspettata epifania e "ho tirato le redini" :-)

    Grazie Melusina :-)

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  3. Piaciutissimo, da tenere tutto insieme come una cosa sola.
    (Poi ti avviso anche di metterlo da parte che quando abbiamo finito i cinque sensi avrei intenzione di fare ancora un senso e questo lo offrirò agli altri come modello, il che non ti esenterà dalla scrivere un altro racconto. Ma forse già lo sai ;)

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  4. Ma quanto hai fatto bene a non fermarti. Davvero un risvolto inaspettato. Mi hai sorpresa. Bello davvero.

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