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28/03/13

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Un giorno il Maestro disse: "Sfidate, controllate sempre e comunque ogni potere, sia che esso provenga da uno o che sia emanazione di un gruppo". Seguì a queste parole un lungo silenzio di approvazione da parte di tutti i discepoli. C'era chi guardava con venerazione il Maestro, chi muoveva il capo per assentire, chi sognava socchiudendo gli occhi.
Si alzò, quindi, un discepolo per parlare: "Sono sagge queste parole, Maestro, ma è pur vero che oggi manca un governo al mondo".
Il Maestro lo guardò e sorrise, schiarì la voce e lentamente rispose: "Domani lo faremo noi".


Il Maestro chiese ai propri tre discepoli, durante una pausa del loro viaggio verso la grande città dei Miracoli, cosa fosse per loro un parlamento.
"È un luogo di confronto" disse il primo.
"È un luogo di sprechi" sentenziò il secondo.
"È da dove comanderemo" rispose il terzo.
Il Maestro allora abbandonò i primi due,  poi riprese il cammino.


Un discepolo, di ritorno al convento, raccontò di aver incontrato una donna impura e di non averla salutata, di aver visto un vecchio e di aver riso del suo sonno, di aver ricevuto un messo per un colloquio e di averlo fatto malmenare.
Il Maestro lo ascoltò attento,  poi disse: "Vaffa!".




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